Molte delle spese energetiche che affrontiamo ogni mese non dipendono solo dalla tariffa scelta o dall’efficienza degli impianti, ma da gesti quotidiani apparentemente privi di impatti o conseguenze.
Ci riferiamo alle abitudini di uso degli elettrodomestici, attraverso le quali si perpetuano piccoli sprechi ripetuti ogni giorno. Consumi che, se sommati, incidono moltissimo sulla spesa annuale per luce e gas, più di quanto si pensi.
Diverse analisi sui consumi domestici attuali, infatti, dimostrano come una parte rilevante del dispendio energetico derivi proprio dai comportamenti dell’utente, più che dalla tecnologia in sé. A questo si aggiunge un altro fattore spesso trascurato: molte famiglie non monitorano l’andamento del proprio consumo durante l’anno, quindi scoprono gli sprechi solo al momento dell’emissione della bolletta.
Per evitare sorprese, la prima buona abitudine è quella di effettuare un controllo regolare sulla convenienza del proprio contratto energetico, anche sfruttando strumenti di confronto come bollettecasa.it, i quali permettono di scoprire tariffe con caratteristiche diverse.

Errori di utilizzo degli elettrodomestici
Gli elettrodomestici sono responsabili di una quota ingombrante della spesa energetica. Ed è proprio per questo che, badando alle modalità d’uso, è possibile determinare quanto incidano davvero. Si parla, a tal proposito, di consumo “fantasma”, per indicare quello dei dispositivi lasciati in standby, e che inciderebbe per l’8% sulla bolletta.
Televisori, router, console e impianti audio continuano ad assorbire energia, anche quando non sono in funzione: una semplice ciabatta con interruttore può eliminarne del tutto l’impatto. Un’altra cattiva abitudine riguarda frigoriferi e congelatori: se troppo vicini a fonti di calore o incassati senza spazio per lo scambio d’aria, costringono i motori a lavorare di più. Lo stesso vale per le temperature troppo basse, che possono aumentare del 10-15% il consumo annuo.
Anche l’arredo moltiplica i consumi
La disposizione dei mobili può generare costi aggiuntivi. Ci riferiamo, per esempio, ai radiatori coperti da divani o tende, l’esempio più tipico: questa cattiva abitudine impedisce la circolazione del calore, così come la mancata ventilazione degli impianti riduce l’efficienza del riscaldamento e aumenta i consumi.
Errori simili riguardano anche l’estate e la climatizzazione: impostare temperature troppo basse rispetto all’esterno, utilizzare il condizionatore con finestre aperte o schermature solari completamente alzate. Nelle guide al risparmio energetico si legge spesso che per ottimizzare il consumo di kWh dal climatizzatore, bisogna mantenere non più di 7°C di differenza tra interno ed esterno, oltre che schermare le finestre nelle ore più calde.
Piccoli gesti che diventano grandi sprechi
L’errore meno evidente, ma con conseguenze più costose, è quello della mancata manutenzione. Vivere con i filtri del condizionatore sporchi, con i frigoriferi non sbrinati o le caldaie non controllate comporta sempre consumi maggiori a parità di utilizzo.
Per esempio, un frigorifero con freezer ghiacciato richiede più energia per mantenere la temperatura interna, mentre i filtri ostruiti del condizionatore riducono la portata d’aria e costringono il compressore a lavorare sotto sforzo e per tempi più lunghi.
E ancora, lasciare luci accese nei corridoi, usare acqua calda per lavaggi brevi, asciugare abitualmente il bucato in asciugatrice anche in giornate ventilate sono tutti comportamenti che danno vita a costi aggiuntivi in bolletta.
Correggere queste abitudini è semplice, non richiede sacrifici e, soprattutto, permette di ottenere vantaggi immediati in termini di spesa.
