Nuovo anno scolastico: fra vecchi e nuovi problemi si inizia

Inizia un nuovo anno scolastico con nuovi scenari rispetto a quelli che sono stati gli anni passati interessati dalla pandemia. Nei precedenti anni, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, si è sviluppata la metodologia della DAD, quindi didattica a distanza. Il tutto rientrava in tutto il mondo di Internet, che ha avuto un incremento in ogni settore: dai casino e scommesse sportive, all’intrattenimento per i giovani, fino all’ e-commerce.

Adesso la tendenza è quella di tornare a una situazione pre- pandemia. A riguardo, il ministro dell’istruzione, ha scongiurato il fatto che si possa di nuovo nuovamente utilizzare la DAD e si tornerà a scuola senza mascherine. L’attuale situazione prevede quindi metodologie analoghe al passato e verrà modulata in base all’ evolversi della situazione stessa, in caso di ritorni all’emergenza.

Rimangono comunque certi l’utilizzo della mascherina FFP2 per tutto il personale scolastico e la sanificazione degli ambienti, che deve essere obbligatoriamente fatta almeno una volta a settimana.

Fra vecchi e nuovi problemi

Risolto momentaneamente il problema della gestione post pandemica, si pone per l’anno scolastico un nuovo problema spinoso che è ricorrente: quello dei docenti. I sindacalisti lamentano la mancanza di 150.000 – 200.000 docenti. Questa situazione implicherebbe dei buchi in certe scuole per gli studenti stessi.

Riguardo a ciò Patrizio Bianchi, il Ministro dell’Istruzione assicura che tutte le aule e tutte le materie saranno coperte da rispettivi insegnanti, garantendo la continuità didattica. Questo problema in realtà non è così nuovo visto che ogni anno si ripropone. Nonostante le rassicurazioni del Ministro dell’Istruzione i dati numerici non sono così rassicuranti perché, a fronte dei numerosi concorsi fatti, pare che sarà in cattedra per quanti riguarda i nuovi posti, solo il 44% dei docenti necessari.

Il resto delle presenza sarà gestito con le supplenze, come succede da anni nel sistema scolastico italiano. Questa situazione ricorrente implica disagi sia per gli alunni, che vedono quindi differenti metodologie di insegnamento su un’unica materia durante un anno e hanno un modus operandi non continuativo. Analogamente è un disagio anche per gli insegnanti stessi che continuano a vivere in una situazione di precariato che va avanti spesso anche per gran parte della loro carriera.

I dati dagli asili alle superiori: mancano i docenti

La situazione più vicina alla risoluzione, sembra essere quella concernente gli asili e le scuole elementari. Hanno avuto una graduatoria a esito positivo circa il 96% delle posizioni aperte. Bisogna però sottolineare che la richiesta era inferiore numericamente rispetto soprattutto alle scuole superiori.

A livello, infatti, di scuola secondaria, nonostante la semplificazione delle procedure nel reperimento di docenti, si ha ancora uno scoperto del 78% delle cattedre necessarie. La risoluzione di questa situazione la dovrà essere fatta molto velocemente, per uscire dalle continue supplenze.

Soprattutto per motivi di tipo economico gli organici scolastici sono stati sottodimensionati, creando quindi delle difficoltà anche a livello gestionale. Si ricordi che in Italia mancano circa 500 presidi di cui sono stati coperti solo 50 posti: un altro buco quindi anche nella dirigenza scolastica che crea difficoltà nella gestione dei singoli istituti scolastici.

Nonostante tutte queste situazioni e casistiche il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sembra positivo. Ha fatto prima dell’inizio della scuola un giro per vari istituti in Italia e ne ha apprezzato il lavoro positivo, che molte di queste realtà hanno svolto.

Per questo motivo invita a non soffermarsi solo agli aspetti negativi legati ai vecchi e nuovi problemi che si possono presentare, ma a valutare anche gli aspetti positivi che ogni anno la scuola sviluppa, impegnandosi a creare quelli che sono i futuri cittadini.