Smartwatch sempre più affidabili per la salute?

Lo smartwatch è diventano sempre più un oggetto da utilizzare tutti i giorni, 24 ore su 24. Le tecnologie hanno permesso negli anni miglioramenti e nuove funzioni a questi dispositivi sia in ambito lifestyle che in salute.

È un mercato che sta ottenendo sempre più successo perché cresce nelle persone una consapevolezza dell’importanza della cura del benessere fisico e della salute; questa consapevolezza è stata mossa soprattutto nell’ultimo anno dalla pandemia. Si stima infatti che il mercato degli smartwatch otterrà nel 2021 una crescita del 18% circa, prendendo in considerazione e valutando quanto successo nel 2020. La pandemia ha inoltre portato molte persone a svolgere attività fisica a casa e quindi è nata l’esigenza di monitorare l’allenamento, cosa che prima avveniva con i dispositivi messi a disposizione dalle palestre.

Quasi tutti gli smartwatch sono dotati di rilevatori del battito e della frequenza cardiaca, altri presentano ulteriori funzionalità come il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue (SpO2), la frequenza respiratoria, il massimo volume di ossigeno consumato per minuto (VO2Max), la temperatura cutanea, i cicli del sonno, il livello di stress. Ancora pochi invece sono gli smartwatch che danno la possibilità di svolgere un elettrocardiogramma (ECG), una funzionalità che può aiutare i medici a inquadrare tempestivamente una diagnosi di infarto. Per cercare di rendere più simile la misurazione a quella di un vero elettrocardiogramma alcuni brand raccomandano di posizionare il dispositivo su 9 posizioni differenti del torace. Trattandosi di una misurazione molto importante i brand che la inseriscono nei propri smartwatch devono essere dotati di certificazione.

Sfruttando il monitoraggio costante della frequenza cardiaca alcuni smartwatch addirittura possono offrire segnali circa eventuali irregolarità del battito.

Tutte queste misurazioni sono il risultato di tanti studi che hanno cercato di ideare delle soluzioni da applicare agli smartwatch per monitorare appunto diversi aspetti della salute e aiutare a diagnosticare eventuali malattie. Di questi tempi alcune ricerche stanno cercando di creare un algoritmo che possa offrire una diagnosi di Covid prima che i sintomi si manifestino, sfruttando il costante monitoraggio di dati come il battito cardiaco e l’ossigenazione del sangue e lanciando un messaggio di avviso all’utente quando si registrano variazioni sospette nei dati.

Uno studio dell’Università di Stanford ha invece evidenziato come gli smartwatch possano aiutare a diagnosticare la fragilità dei pazienti con malattie cardiovascolari – che si tramuta nella ridotta capacità di camminare – con una precisione che si avvicina moltissimo ai test condotti in ospedale. Tutto questo può essere fatto attraverso un test (test dei sei minuti) eseguibile facilmente da remoto. Il test consiste in una camminata di sei minuti alla fine della quale si prende nota della distanza percorsa e di eventuali rallentamenti o interruzioni grazie allo smartwatch indossato (lo studio è stato condotto su un Apple Watch). Rappresenta quindi uno strumento di aiuto ai dottori e agli ospedali per il controllo a distanza.

Tutti questi studi che vengono condotti non hanno come obiettivo quello di sostituire alle apparecchiature mediche gli smartwatch, bensì fare di questi ultimi uno strumento di supporto per velocizzare i tempi di diagnosi, utile soprattutto in un momento come questo dove tutta la sanità mondiale è sotto pressione.