Odorarius Mirabilis: I Profumi di d’Annunzio ricreati da Mavive

Gabriele d’Annunzio: poeta, politico, uomo di marketing, profumiere, copywriter e antesignano degli influencer dell’era digital.

L’arte, la vita e l’immagine stessa del sommo Vate (1863-1938) sono applicate alla pubblicità già dai primi del Novecento: pioniere del giornalismo e simbolo di un’esistenza votata all’estetica e ai suoi valori, fu tra i primi a comprendere l’importanza del cambiamento nella società dei consumi e, intuendo la forza espressiva della figura di testimonial, si fece precursore di strategie di comunicazione servendosi della propria firma come marchio di fabbrica, ben consapevole dei vantaggi d’immagine oltre che remunerativi.

Io stesso, batto il ferro, soffio il vetro, incido le pietre dure, stampo i legni con un torchietto, colorisco le stoffe, intaglio l’osso e il bosso, sottilizzo i profumi, interpreto i ricettari di Caterina Sforza”

Le campagne di marketing d’autore di produzione dannunziana

Carismatico e dotato di una grande allure persuasiva, dietro sostanziosi pagamenti contribuì alla fortuna di molte imprese industriali ideando slogan e sponsorizzandone i prodotti. In alcuni casi veniva anche remunerato tramite la fornitura di prodotti con lo scopo di esaltarne le caratteristiche.

Suoi i naming dell’Amaro Montenegro, dell’Amaretto di Saronno, del liquore Aurum, di Saiwa, dei grandi magazzini La Rinascente, degli inchiostri Sanrival, del dolce abruzzese Parrozzo fino alla celebre lettera destinata al senatore Giovanni Agnelli, in cui afferma che l’automobile è femmina.

Scrisse anche i popolari discorsi di piazza con i quali Mussolini conquistò la fiducia del popolo italiano ed in cambio il Duce finanziò il Vittoriale, un’enorme e maestosa villa situata sulle rive del Garda che d’Annunzio chiamò “La casa degli italiani” dove visse fino alla sua morte nel lusso del vivere inimitabile, tra oggetti d’arte, stoffe preziose, cavalli e levrieri di razza.

Lo stile Arbiter Elegantiarum di Gabriele d’Annunzio

Da grandissimo innovatore e futurista, grazie al suo stile ricercato, d’Annunzio fu un ispiratore di mode, gusti ed atteggiamenti che gli valse la definizione di arbiter elegantiarum.
Dandy al di sopra d’ogni norma e regola, possedeva centinaia di camicie e pigiami di seta, cravatte, cappelli, vestaglie a saio in stile Balzac, smoking, divise militari, paletot a tre bottoni e calzature di pellami pregiati, tutti commissionati alle più importanti maison dell’epoca sia italiane che parigine, sui quali fece apporre la frase: “Gabriel Nuntius Vestiarius fecit” oppure le sue iniziali “G.d’A.” o a volte la firma per esteso che rimarca l’attività di personal branding.

“Non soltanto ogni mia casa da me arredata, non soltanto ogni stanza da me studiosamente composta, ma ogni oggetto da me scelto e raccolto nelle diverse età della mia vita fu sempre per me un modo di espressione”

Impose i suoi gusti di moda anche alle sue numerose amanti, curandone con rigore maniacale gli accessori e gli abiti con i quali dovevano mostrarsi al suo cospetto. Ognuna di loro riceveva ingenti doni, lettere e foulard di seta da lui stesso dipinti.

La passione di Gabriele d’Annunzio per la profumeria di nicchia e la sua Aqua Nuntia, una fragranza portentosa

D’Annunzio amava i profumi di nicchia, declinazione imprescindibile di un modo di essere, di un gusto univoco e unitario, stratificazione di storia e cultura tipicamente italiana, oggi come allora.

Da acutissimo consumatore ed esperto Aromatario, studiava antichi testi rinascimentali tra cui il celebre Notandissimi Secreti dell’Arte Profumatoria, gli Experimenti di Caterina de Medici, fino al Ricettario Galante del secolo XVI contenente numerose ricette per la creazione di profumi. Da un manoscritto del ‘400 trasse invece la formula di un’essenza che produsse con il nome Aqva Nvntia: Aqua Nuntia portentosa,/Ora facis aulitosa,/ Nardo spirans, nari mitis,/In te virtus Aphroditis.

La ricetta dell’Acqua Nuntia non fu mai ritrovata, ma pare che nell’opera la Nave, il Vate l’abbia voluta inserire in un dialogo tenuto da Basiliola che dice: “Senti? Tu non conosci ancora questo profumo. Lo fa Cordula mescendo il belzuino e il sandalo con l’ambra”

Il Vate incita anche la produzione italiana a distinguersi e a cercare una forza espressiva dirompente, sostenendo gli imprenditori italici, inventando nomi per nuovi profumi e celebrandoli nei motti pubblicitari:

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I Profumi del Carnaro di Lepit ideati da Gabriele d'Annunzio

Ne “I Profumi del Carnaro” della Casa Profumiera Bolognese L.e.p.i.t d’Annunzio fu incaricato di inventare i 6 nomi. Per loro forgia un lessico olfattivo di mirabile valore e afferma che “così in Italia, con materia e manodopera italiane, sono stati plasmati tutti gli elementi che costituiscono i meravigliosi e olezzanti frutti di una nostra industria.

In una lettera scritta ad Alfonso De Carolis che si occuperà del packaging, scrive:

Caro Signore, è ottima cosa inventare nuovi profumi in Italia che fabbrica ogni giorno tanti cattivi odori e vanitosamente a Parigi o a Londra. E’ bizzarria non senza grazia chiedere i nuovi nomi a chi nella sua fatica e nella sua lotta è costretto di trascurare tutte le «delicatezze». Ma oggi Fiume è coronata di violette, come l’antica Atene. E oggi la violetta di Fiume è la più odorosa violetta del mondo. Sola mihi redolet.  Ecco i nomi. Buona fortuna! Fiume d’Italia, 3 marzo 1920. Gabriele D’Annunzio I nuovi profumi: «Cum lenitate asperitas» L’ardore del Carso, la Fiumanella, La brezza del Carnaro, La Rosa degli Uscocchi, La liburna, Il Lauro di Laurana, L’alalà.

Oltre a inventare i nomi lo scrittore elabora una headline per ogni prodotto, come ad esempio nel caso della fragranza “Il Lauro di Laurana, tenue, sfuggente, delicatissimo. Laurana: evocazione di gloria, per i poeti: ridestante il ricordo di due mirabili artisti.” Fino ad arrivare a “il grido di conquista della nuova Italia redenta: “L’alala” Il motto gridato che d’Annunzio conia per infiammare il cuore degli italiani e per portare alla ribalta internazionale un certo modo di essere e di sentire, espressione di italica distinzione.

Gabriele d'Annunzio per Gi.Vi.Emme

Anche la casa farmaceutica Carlo Erba – consociata alla Gi.Vi.Emme, fondata dal conte Giuseppe Visconti di Modrone – padre del celebre regista Luchino Visconti, coinvolse l’immaginifico d’Annunzio per le sue creazioni.

Fu infatti di ispirazione dannunziana il nome Contessa Azzura denominato “il profumo della trincea” poiché i reduci della prima guerra mondiale lo acquistavano come dono da portare alle loro fidanzate, così come Giacinto Innamorato, Acqua di Fiume e Subdola, di cui il Vate in una lettera, oltre a suggerire il nome si raccomanda di … non porre l’essenza nel vetro trasparente, ma in una ampolla di terracotta, ché il profumo valichi le pareti dell’involucro attraverso le sue porosità e si insinui subdolamente in ogni canto senza che alcuno s’accorga di dove provenga.
Ti recherai per questo a Signa alla manifattura di Camillo Bondi che già si è imposto qui a Parigi all’Esposizione del Secolo. I suoi manufatti rinverdiscono i disegni e i fregi cinquecenteschi dei più abili ceramisti del tempo. Ti farai da lui disegnare un recipiente o un flacone per contenere l’opera tua, o se meglio credi, con la sensibilità che ti è propria, traccia gli ornamenti che più ti aggradano e dài fiducia al maestro, i suoi prodotti sono realizzati con una tecnica esclusiva per impasto e patinatura che rende fine e resistente la superficie”.

Effluvi odorosi anche nelle stanze del Vittoriale degli italiani

Molti i documenti storici che attestano l’amore di d’Annunzio per gli aromi. In tutte le stanze della Prioria e per suo volere, venivano esperse essenze di fiori per ricreare magiche atmosfere evocative dove le sfumature olfattive impregnavano oggetti di ogni tipo: bruciatori, ampolle, legni e pregevoli acque profumate mescolate nel susseguirsi incessante della celebrazione dell’io e della sua emanazione. Di quell’io che lo abitò e che si auto-celebra costantemente in una odorosa moltiplicazione di sé stesso, come gocce di ego che aleggiano nei luoghi, permeando lo scenario di spiccata riconoscibilità intellettuale.

Odorarius Mirabilis: I Profumi di d’Annunzio ricreati da Mavive

Mavive Spa, azienda storica veneziana appartenente alla famiglia Vidal, tra le più importanti nel settore della profumeria di nicchia e della cura della persona, arricchisce oggi il suo portfolio con una linea di 4 esclusive fragranze dedicate al Vate “I Profumi di d’Annunzio” racchiusi in preziosi flaconi in vetro di Murano a forma di ampolla, che ricalcano i nomi delle opere più famose del Vate e delle personalità che lo hanno affiancato:

Aqua Nuntia – la visione dell’antico
La capofila di questa linea olfattiva. Chiara l’impronta evocativa, derivata dal cognome del Vate che gioca e mescola i multipli di sé.
Annotata sui libri di Experimenti di epoca rinascimentale su cui d’Annunzio compiva le sperimentazioni, l’Aqua Nuntia è il frutto di una visione scenografica dell’antico; tra archeologia e saturazioni mitologiche.
Una brezza diurna, composta ed elegante, di contenuto ardore. Uno spirito febbrile in cui si danno convocazione le immagini del tempo in movimento, mentre affiorano le epoche.
Note di testa: note di agrumi e un tocco di Neroli;
Note di cuore: menta, lavanda, rosa, gelsomino e fior d’Arancio;
Note di base: benzoino ambra, patchouli, legno di sandalo e muschio bianco.

Divina Musa – la fragranza dedicata a Eleonora Duse
Divina divinissima gloria, del Vate amante musa e divinissima fonte.
Forgiato dai sogni su un’incudine d’oro, simulacro spirante dai fati immortali e dai segreti, Divina Musa è irradiazione solare e molteplice che accorpa in sé tutte le donne: Fedra, Antigone, Elettra, Francesca da Rimini, Medea. E’ il senso del tragico, del nostalgico, del malinconico. Per chi sa essere tutte le donne in una.
Al tempo stesso, è un profumo raggiante di luce e voluttà. E’ istinto ferino, nota nobile. L’anima immensa dentro la vitrea sfera.
Divina Musa è l’enigma, il mistero. Un etere infiammato, un’aura vibrante, un’atmosfera indefinibile. Lo spirito sacro della regalità. Un omaggio ad Eleonora Duse, attrice divina e rivoluzionaria, musa di drammi teatrali che morendo a migliaia di chilometri di distanza dal suo paese, sola e malata, rivolge con uno spirito spoglio di rancore i suoi ultimi pensieri a D’annunzio dicendo: “Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perché ho amato
Note di testa: bouquet di rose, mughetto, gelsomino mescolato e chypre.
Note di cuore: bergamotto e foglie di lampone;
Note di base: legni bianchi, tonka poudrée, bacche di vaniglia, ambra e muschio.

Ermione – il profumo della gioia spirituale
La sua ebbrezza naturalistica tutto avvolge, in bisbiglio di primavera gorgogliante.
Dedicato al famoso poema La Pioggia nel Pineto, è atmosfera sospesa, nota musicalissima, disciolta gocciolando. E’ pioggia tremula, umidità aggraziata e nobile, sibilo di seta.
Ermione è il tempio dell’eterno movimento. L’arcano che si fa semplice, l’ora perfetta degli accordi sentimentali. E’ la parte divina dell’umano, la dimensione interiore che fluisce nel presente.
Tutta la vita è fresca e aulente.
Note di testa: foglie verdi foglia e gemme di ribes nero;
Note di cuore: bouquet di gelsomino bianco, rosa e legno di cedro;
Note di base: patchouli, bacche di vaniglia e muschio ambrato.

Il Piacere – l’inno alla voluttà felice
È gloria dell’arte mondana inimitabile, nella celebrazione del lusso di alta epoca.
Con nota sensualistica Il Piacere avanza, nei moti di un ardore che tocca corpi, abiti, accessori, opulenze, atmosfere, vibrati, stati d’animo. Nel tutto vivere e nel tutto sentire.
Intenso e rotondo con retrogusto di antiquaria che attinge alla profumeria cinquecentesca, Il Piacere è un inno alla voluttà felice. Vien voglia di morderlo e farsi avvolgere, nelle infinite gradazioni del cremisi, del rosso Vittoriale, del fuoco ribollente.
Esala in ogni dove e in ogni dove avvolge. La sua nota è folta e larga, la sua melodia inebriante.
Note di testa: neroli, gelsomino e con i sentori aromatici del mate;
Note di cuore: rosa, legno di sandalo e guaiaco;
Note di base: note muschiate.

26 Risposte

  1. Cris

    Wow! It looks amazing. The packaging and the bottle are so chic and elegant. The scent also seems like a dream. Loved it. xoxo Cris

  2. Nicoletta

    Sono proprio curiosa di sentire questa fragranza.
    Nicoletta
    http://lavieestbellebynicoletta.altervista.org/

  3. Alice

    Great review and beautiful photos, sounds like wonderful perfumes :-)

  4. Rena

    Thanks for the review, dear Pamela. Now I want to try it out :)
    xx from Bavaria/Germany, Rena

  5. Paola

    Davvero profumi d’autore! Bellissimo il packaging!
    Love, Paola.
    Expressyourself

  6. Rosanna

    Looks like a beautiful perfume!
    Have a lovely day :)
    Rosanna x

  7. S

    devono esser favolose queste fragranze!
    E che foto! Sei spettacolare Pam! :D
    Baci!
    S
    https://s-fashion-avenue.blogspot.it

  8. Nicole

    D’Annunzio è sempre stato uno dei miei autori preferiti!
    Bellissimo il tuo post!
    Baci, Nicole

  9. Maiko Gordani

    Sei sempre molto brava a raccontare ogni storia che sta dietro un prodotto. Mi piace molto questa linea di profumi, sono davvero selezioni di fragranze accattivanti e le foto sono davvero belle!!! Ti abbraccio Maiko www.comemivestooggi.it

  10. Vanessa

    Those products seem vintage and so interesting! x

    http://vanessaventuri.com

  11. Beauty Unearthly

    wonderful review dear, thanks for sharing, xo

  12. Carrie

    Amazing pics my dear. Great Post
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  13. babaluccia

    Grandiosa questa linea tesoro. Ho sempre amato D’Annunzio e le sue opere

  14. Oksana Zolotukhina

    You look so cool in this styling my dear. Such lovely pictures.

  15. Roberta Romeo

    Wow devono essere fragranze uniche e meravigliose!! Non sapevo che il poeta fosse stato anche un pubblicitario! ^-^
    Un bacione :*

  16. Angel

    the products look and sound fantastic!
    thanks for sharing :)

    http://www.pinkoolaid.com/

  17. Lynette

    Such lovely photos.

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